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al testo di cristina bizzarri
Nel breve arco di uno sputo
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Tomba del tuffatore, Museo archeologico nazionale - Paestum "Egli dà la pastura al bestiame e ai piccini dei corvi che gridano". Salmo 147:9 Nel breve arco di uno sputo - ricordi il tuffatore nell'affresco su una tomba a mai sospeso in quel tuffarsi - si sintetizza il ciclo breve di una vita e come tutto aspira a un ritorno se ogni gesto è assorto in un vibrare - che sia il filo d'erba nel subito ingiallire o tu - che di ogni cosa immensa o microscopica sai merito e virtù pari in valore.
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Cristina Bizzarri
- 01/08/2015 23:10:00
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pipiesse!! Quel "a mai" è un francesismo da "à jamais" che significa "per sempre", e mi sembra dia più forza al testo in italiano nel senso di un limite sottile fra "mai" e "per sempre".
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Cristina Bizzarri
- 01/08/2015 23:06:00
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piesse! Poi ho sentito la "necessità" di una frase biblica - per uno sfondo oltreumano - e così ho cercato un salmo che dicesse come tutto - qui sulla terra - è illusorio anche se per noi fondamentale, e come, nei confronti di un Tutto, siano piccola cosa meriti e virtù, come sia illusorio sentirsi mihliori gli uni degli altri - se non risibile. Ecco la genesi di una mia poesia! Buona notte.
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Cristina Bizzarri
- 01/08/2015 22:59:00
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Caro Nando, i tuoi trastulli mi garbano molto! No davvero, lo "sputo" non allude al mistero della creazione, ma bensì allimmagine realistica dello sputare. Avevo in mente il gioco dei ragazzini, e il percorso - breve - dello sputo, che se scagliato con forza potrebbe assumere la forma di un arco. E ho proceduto per associazioni, anche se limmagine/concetto iniziale è stata quella della brevitas della vita - un sentimento di dolcezza, tristezza e nostalgia. Dunque il percorso breve di uno sputo - scelta volutamente realistica, intrinsecamente umana - associato al ricordo di quel famosovaffresco. E di qui è nata la mia piccola poesiola, che comunque viene da una piccola e banale ma seria riflessione sulla vita ... Grazie della tua sensibile e pzrtecipe lettura! :-)
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Nando
- 01/08/2015 06:02:00
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La parola choave è sputo: in dissacrante rito liberatorio o rimembranza sacra dellatto del Divino, ché in fondo alla saliva di Dio il "fango" deve il proprio respiro. Oppure è interessante quel "a mai" del verso: disgrafica distrazione o simbologia deprivativa del possesso (poiché non riesco a leggere la solitaria vocale in preposizione - ma potrei sbagliare, in tal caso decade la mia interpretazione per questa parte), tale da significare il ritorno obbligatorio, con lunica consolatoria speranza la fede, che rende "fratell" il micro e il macrocosmo? Mi sono lasciato andare alla "deriva commentatoria", ma più che di deriva parlerei di trastullo mentale immeso nei tuoi versi filosofico-religiosi, sempre porti con un sano sorriso antiserioso.
Ciao, Prof..
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